Cari Parrocchiani,
con l’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione, si è concluso l’Anno Giubilare concesso da Papa Francesco, in occasione del 50esimo anniversario della nostra Parrocchia, coronato dalla concessione dell'Indulgenza Plenaria. Non possiamo fare altro che ringraziare il Signore e la Vergine Immacolata per le grazie che abbiamo ricevuto in questo anno.
Molte le iniziative parrocchiali che si sono susseguite, tra cui la Missione Popolare. Ma soprattutto, durante questo anno, ho notato un incremento di confessioni; in questa occasione, ringrazio in particolare i miei confratelli per il loro impegno pastorale. Confidiamo e preghiamo affinché non si perdano i frutti spirituali che abbiamo ottenuto personalmente e comunitariamente.
Mentre scrivo questa lettera mi viene alla mente che quest’anno ricorrono gli 800 anni dalla realizzazione del Presepe di San Francesco a Greccio. Egli, ispirato dal desiderio di rivivere fortemente il mistero del Natale, realizzò il primo Presepe della storia nell’anno del Signore 1223. Il suo forte desiderio di entrare nel mistero della nascita di Gesù si è realizzato non solo per lui, ma anche per tutti noi.
Il Presepe suscita sempre stupore e meraviglia! La rappresentazione della nascita di Gesù ci porta a contemplare l’umiltà di Colui che si è fatto Uomo per incontrare ogni uomo, dimostrandoci quanto Dio ci è vicino.
Cerchiamo di non abbandonare questa bella tradizione del Presepe. Difronte alla società di oggi che ci spinge a perdere i nostri simboli e valori cristiani, prendiamo l’impegno di fare il Presepe nelle nostre case e di andare a visitare i Presepi nel periodo natalizio, non per folklore, ma per contemplare quel Dio Bambino che si è rivestito della carne mortale, per colmare la solitudine di ogni di noi.
In un mondo martoriato da guerre, conflitti e ostilità, il Presepe annuncia la Pace, mostra a tutti che siamo fratelli e figli dello stesso Padre, grazie a quel Bambino nato per abbracciare l’umanità.
Cari parrocchiani, unito al vice Parroco padre Alberto Minuzzo, a padre Alberto Polovio e a fra Remo, auguro a tutti un Santo e vero Natale del Signore, cioè l’incontro profondo con Colui che dà senso alla nostra vita.