Sfogliando una rivista, mi sono imbattuta in questa frase: "Ogni volta che un gruppo di persone siede attorno ad un tavolo, si crea una comunità".
Come l’ho letta, ho immediatamente pensato al gruppo famiglie.
È quasi due anni che ci incontriamo con cadenza mensile; in estate gli appuntamenti si moltiplicano, complice la bella stagione e i ritmi un po’ meno pressanti, soprattutto per i bambini.
Mi affascina l’idea di considerare il gruppo una comunità: è forse un termine un po’ ambizioso, ma rispecchia bene l’immagine di quello che, anche senza rendersene conto, il gruppo famiglie desidera essere.
Non mettiamo in comune soltanto il cibo e i momenti di svago, ma anche i progetti, le riflessioni, le opinioni.
Prima d’ora non avevo mai pensato a quanto il cibo potesse avere un potere aggregante e un significato che va al di là del semplice atto di cucinare e condividere quanto preparato con altri.
Come diceva Laurie Colwin, autrice americana che ha scritto anche di cibo e cucina: “La tavola è un luogo di incontro, un terreno di raccolta, una fonte di sostentamento e nutrimento, è festività, sicurezza, e soddisfazione. Una persona che cucina è una persona che dà: anche il cibo più semplice è un regalo”.