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Myriam, già nella mente di Dio, era pensata come madre del Figlio Suo. Dio pensava a Myriam prima ancora che esistesse, e creandola la inserisce in un meraviglioso progetto di salvezza dell’umanità. La sceglie perché Lei diventi la madre di suo Figlio per un intervento dello Spirito Santo così speciale ed unico nella storia. Quindi, era conveniente, come conseguenza logica, che Maria dovesse essere creata così purissima, così bella, così incline interiormente verso Dio, per poter essere una degna partner, una degna sposa mistica dello Spirito Santo dal quale avrebbe concepito Gesù.

Lei doveva accogliere nel suo grembo il Figlio di Dio stesso, questo stesso grembo non poteva che essere purissimo da sempre e abitato dallo Spirito Santo, per essere dono del Padre celeste al suo amatissimo Figlio. Se i nostri tabernacoli sono dorati all’interno, come doveva essere adornata Myriam dal divino artista, lo Spirito Santo!

Se il Figlio di Dio doveva essere simile a noi in tutto eccetto il peccato, doveva anche nascere, e ancora prima della nascita, doveva essere accolto in una donna simile a noi in tutto eccetto che nel peccato. E poi, come avrebbe potuto questa Donna educare il suo bambino - il Figlio di Dio - se avesse portato in sé delle cattive inclinazioni, conseguenza del peccato originale? Questo sarebbe stato un ostacolo insormontabile fra Myriam e Gesù il quale ha preso da sua madre non solo il corpo e il carattere, ma anche le caratteristiche fisiche e psicologiche. Quindi, per senso logico, Myriam doveva essere piena di santità, colma di grazia, riempita pienamente dallo Spirito Santo. Dio l’ha voluta così per noi, perché in quel modo doveva venire al mondo il nostro Salvatore.
Qualcuno potrebbe dire, e alcuni da tempo lo dicono, che la concezione immacolata di Myriam la separa da tutto il resto dell’umanità. Come possiamo considerarla una di noi se Lei è priva di una cosa così comune a tutti gli uomini come il peccato? Dove sta la solidarietà di Myriam se non ha mai peccato e in più era talmente piena di grazia che anche il peccato originale non aveva trovato posto in Lei?
Per rispondere a questa domanda bisogna farsi prima un’altra domanda: il peccato può realmente creare una vera solidarietà, un legame altruistico o di costruttiva solidarietà? Non è che proprio il peccato, l’egoismo, chiudono l’uomo in se stesso e distruggono le buone relazioni? I santi ci dicono che all’inferno non c’è solidarietà, là esiste una terrificante solitudine. Tutti odiano tutti!
L’egoismo chiude l’uomo in sé stesso. Un ricco egoista non riesce a essere solidale e compassionevole con un povero. Solo chi ha superato il proprio egoismo, solo chi non possiede in sé l’egoismo può aprirsi, può impegnarsi per gli altri, donare la sua vita per il bisognoso. Solo chi non pensa più a se stesso può mettersi al servizio degli altri. Ed è proprio la mancanza di peccato, di egoismo in Myriam che la rendono così disponibile al nostro servizio, così solidale con noi.
continua

Giornalino Parrocchiale
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