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Ed eccoci a Cana di Galilea, Gesù, Myriam e i discepoli sono fra gli invitati.
Come è bello invitare Gesù e sua Madre nella propria vita! Avere loro per amici è un tesoro. Sappiamo come sono andate le cose, e si potrebbero dire tantissime cose belle su questo brano del Vangelo, ma vorrei limitarmi al prezioso insegnamento che ci lascia Myriam, maestra di preghiera efficace. Sappiamo che cosa successo: durante la festa è mancato il vino. Oggi diremmo che figuraccia! E le lingue cattive avrebbero avuto da sparlare a lungo. Myriam si accorge delle mancanze degli uomini. Come si può restare indifferenti di fronte a coloro che si amano? Soprattutto come possono restare indifferenti Gesù e Myriam se qualcuno li ha invitati nella propria vita a far parte della loro gioia. Avere Gesù e Myriam per amici è un dono grande, potrebbe anche mancare l’amore, ma se si invocano loro, accadono anche i miracoli.

Ed eccola, Myriam maestra di preghiera, che ci lascia i suoi insegnamenti su come pregare per essere esauditi. La prima cosa che ci spiega è quella di rivelare a Dio le proprie mancanze senza suggerirgli cosa deve fare per noi, come deve realizzare i nostri bisogni, i nostri progetti. Myriam dice semplicemente, ma con fede sicura: “Non hanno più vino” (Gv 2, 3) e non dice a Gesù cosa fare. Myriam conosce Dio e sa che la cosa migliore ed unica per l’uomo è fidarsi di Lui, abbandonarsi a Lui. Myriam non ripete la preghiera, Dio non è sordo, Dio l’ha sentita. Quando si rivolge a Gesù è sicura che Lui la esaudirà.

Un insegnamento semplice ma quanto mai profondo: Dio, mi manca il vino, mi manca … l’amore nella mia famiglia, mi manca la salute …, ma lasciare a Lui il resto. Basta parlargli e siamo già sicuri che Egli ha sentito e sa come è meglio rispondere ai nostri bisogni. San Giovanni della Croce, forse ispirato da questo atteggiamento della Madonna, ci spiega il motivo per cui è meglio chiedere aiuto a Dio ma lasciar fare a Lui, senza suggerirgli il rimedio. Per prima cosa, dice San Giovanni, Dio sa meglio di noi che cosa ci occorre e che cosa è meglio per noi. Seconda cosa, Dio che ci ama si commuove di più quando vede che noi abbiamo fiducia in Lui e ci abbandoniamo a Lui che sa fare meglio le cose. Terza cosa, non chiedendo a Dio di fare secondo la nostra volontà ma secondo la sua, evitiamo il rischio di rimanere attaccati al nostro io, al nostro egoismo.
Il secondo insegnamento, Myriam ce lo lascia dicendo ai servi e a noi che vogliamo servire Gesù: “Fate tutto quello che lui vi dirà” (Gv 2, 5). Si, cercate prima Dio e la sua volontà e non vi mancherà nulla. E non fate il 50% o il 90%, ma fate tutto quello che Gesù vorrà da voi. Se guardiamo bene l’efficacia della preghiera di Myriam, possiamo osservare che Gesù ha esaudito la sua richiesta sia nella qualità del dono (era un buon vino) sia nella quantità (fino all’orlo).

Oh Maestra, insegnaci a fidarci di Dio, ad essere sicuri che ci ascolta quando preghiamo, ad essere convinti del suo amore, a lasciare decidere a Lui il modo in cui vuole esaudirci.
Myriam, convincici che nella vita possiamo fare a meno di tante cose, ma non possiamo fare a meno di Dio.
continua

Giornalino Parrocchiale
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