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di Valentina Penco

ligneo1L'onnipresente impiego del legno nelle sedi dell'Ordine, tanto negli altari quanto nelle fratine, nei tabernacoli intarsiati e nelle semplici crocette delle celle dei frati, era ed è tale da riconoscersi come una peculiarità tutta cappuccina.
Le motivazioni all'origine di una produzione in cui il legno ha un indiscusso dominio si rintracciano nella spiritualità stessa dell'Ordine che, amante della natura e della povertà, trova nel legno il materiale più congeniale alla propria cultura.
Uno dei capisaldi della "psicologia" francescana, oltre alla semplicità, al rigore, alla povertà, è il talento dell'operosità, come ricorda un incisivo passo del Testamento di San Francesco, del 1226: "Io, con le mie mani, lavoravo e voglio lavorare, e voglio che i miei frati fermamente lavorino in un onesto lavoro; quelli che non sanno imparino".
L'invito a non stare mai in ozio rese note le comunità cappuccine per una laboriosità finalizzata non solo alla propria sussistenza, ma intesa anche come mezzo di elevazione spirituale. Tanta operosità rese i conventi centri autosufficienti, stimolando la nascita e la diffusione di una produzione artigianale "di stile cappuccino", che, tenuta a soddisfare le molteplici esigenze di una comunità religiosa, coinvolgeva anche la semplice dimensione quotidiana.
Anche fra le righe delle carte seicentesche relative alla storia della Chiesa di Nostra Signora del Soccorso di Alassio compare come dato di primaria importanza la segnalazione di arredi privi di "curiosità o di altro ornamento". Le sole eccezioni all'"altissima povertà" francescana, erano le suppellettili legate al culto del Sacramento dell'Eucarestia: i calici, le pissidi, il tabernacolo ed il velo che lo ricopre ... .

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