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La fine dell'anno è sempre un momento di bilancio, il più delle volte vissuto con fatica, con sofferenza fisica e morale, un momento in cui le persone spesso cercano le risorse per affrontare i mesi seguenti o semplicemente per non ammalarsi di depressione.
Sovente cercare delle risorse significa partire da una FORTE motivazione che riesca a canalizzare quanto di buono e di sano c'è ancora in noi.
Questa testimonianza desidera fare proprio questo.

"Quando ero ancora un giovane studente di teologia mi sono recato a San Giovanni Rotondo per incontrare per la prima volta padre Pio, di cui sentivo tanto parlare.

Arrivo nella Chiesa e lo vedo seduto a confessare. Non appena mi vede, mi fa cenno con la mano di avvicinarmi. "O guagliò … ti aspettavo … tu sei il mio figlio di cuore!"
Così mi disse e io rimasi sorpreso. Da quel giorno cominciò a seguire il mio cammino, anche se io ero in Francia. 
Mi arrivavano sue cartoline con sue frasi, brevi ma illuminanti. 
Mentre stavo svolgendo il servizio militare in Algeria, fui catturato insieme a quattro compagni da alcuni ribelli rivoluzionari.
Ci presero, ci misero davanti ad un muro e ci fucilarono. Qui è cominciato il mio viaggio celeste. Subito vidi il mio corpo steso a terra in una pozza di sangue insieme agli altri quattro cadaveri. Ero terrorizzato. Pensai ai miei genitori e all'istante mi ritrovai nella loro camera da letto. Dormivano. Notai anche che era cambiata la disposizione di un armadio. Mi venne da pensare al Papa e in un istante mi trovai nella sua stanza. Anche lui stava riposando. 
Poi vidi di fronte a me un tunnel di luce dentro al quale fui proiettato. Velocemente, percorrendo quel tunnel, mi trovai in uno spazio enorme con tantissime persone, tutte sui trent'anni. Anche i miei conoscenti che avevo visto morire a ottant'anni o a dieci anni: avevano tutti circa trent'anni. E li riconoscevo benissimo. 
Ma il mio viaggio non era ancora finito! 
Continuai la via del tunnel e persi la mia corporeità.
Mi accorsi di essere diventato una goccia di luce e andai a finire in una luce immensa. Andai a occupare il mio posto che prima che arrivassi io era vuoto. Erano tutte gocce di luce che insieme facevano una luce immensa. E io potevo riconoscere ogni goccia: “Quello è San Pietro ... quello è San Giovanni ... quello è San Paolo e così via …”. Ma il viaggio non era ancora finito. 
Arrivai in una zona e vidi Maria … Bellissima, di una bellezza indescrivibile. Lei aveva il corpo e allargò le braccia, e con un sorriso indescrivibile, come se stesse aspettandomi da sempre mi corse incontro per abbracciarmi. Subito dopo vidi anche Gesù.
Poi finii in una luce che pensai fosse il Padre, ma non lo so ... .
In questa luce ogni mia tensione di gioia, di felicità era al massimo grado. Ero in una totale estasi. Non potevo desiderare altro. 
Poi improvvisamente mi trovai per terra al fianco di quattro cadaveri con la divisa tutta forata così come il muro alle mie spalle.
Ero pieno di sangue sul petto. Era sangue coagulato. Non avevo neanche un foro sul petto. Quando corsi a San Giovanni Rotondo, Padre Pio mi vide e mi disse: "Oh ... guagliò, quanto m’hai fatto correre per riacciuffarti!". 
Dopo scrissi a mia madre chiedendole come mai avesse spostato il mobile in camera e lei rimase scioccata di come facessi a saperlo”.

Possa essere questa testimonianza motivo di consolazione sia per coloro che affrontano il nuovo anno senza particolari drammi, ma ancora di più per coloro che sono in difficoltà.

 

Giornalino Parrocchiale
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